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La scorsa settimana ho rilasciato un’intervista al settimanale Fax Monopoli in merito agli effetti del Coronavirus, con le relative restrizioni, sulle nostre vite. Nel corso dell’intervista ho anche elargito pratici consigli e indicazioni sulle modalità di affrontare tutti i disagi e le limitazioni dovuti all’isolamento, come si può leggere nel testo che segue.

  1. Le misure restrittive per il contenimento dell’infezione da Sars Cov hanno rivoluzionato abitudini e stili di vita. Che effetti si possono riscontrare sulle persone?

Durante la pandemia da COVID-19, il governo italiano ha adottato misure per contenere la diffusione del virus e tra queste l’isolamento sociale e la chiusura delle scuole, con un potenziale effetto sul benessere psicologico e abitudini di vita delle persone. Si è assistito in questi mesi ad uno stravolgimento degli stili di vita quotidiani e delle dinamiche relazionali in tutte le fasce d’età, lo suggeriscono i risultati di un recente studio.

Questa pandemia è associata a decessi considerevoli in tutto il mondo e gli studi condotti tra le popolazioni colpite hanno mostrato importanti fattori di rischio per la salute mentale delle popolazioni colpite, che includono:  ansia e stress associati al rischio di essere infettati, morte di persone care, infezione di persone care, misure di contenimento, isolamento sociale e solitudine, stanchezza fisica ed emotiva del personale sanitario, massiccia perdita di posti di lavoro, insicurezza finanziaria e povertà, consumo eccessivo di informazioni dai media. Tutti questi elementi possono contribuire ad avere problemi di salute mentale come ansia, depressione, insonnia, somatizzazione, fobia sociale, disturbo da stress post-traumatico, disturbo ossessivo compulsivo, autolesionismo e idee e comportamenti suicidi.

In una recente ricerca si è rilevato che i bambini e i ragazzi, indipendentemente dall’età, possono manifestare vissuti di preoccupazione o disagio emotivo durante e a seguito di un’emergenza sanitaria. Inoltre, possono attivare comportamenti di attaccamento ai caregiver e richieste di accudimento, sentirsi ansiosi, ritirarsi, sentirsi arrabbiati o agitati, avere incubi notturni, enuresi, frequenti cambiamenti d’umore (CSTS, Center of Study of Traumatic Stress | Department of Psychiatry, 2020). In particolare i bambini con bisogni speciali, neuro-diversità, problematiche psicologiche, possono sperimentare uno stress più intenso ed un minore senso di controllo. Potrebbero pertanto necessitare di maggiori spiegazioni e rassicurazioni oltre che un maggiore conforto attraverso il contatto fisico.

Un’ altra ricerca, pubblicata su Psychiatry Research, denuncia la necessità di analizzare in modo attento le conseguenze psicologiche della pandemia e della quarantena sugli adolescenti. I ricercatori sottolineano che reclusione domestica prolungata, uso eccessivo di Internet e dei social media oltre a situazioni estreme, quali violenze familiari, potrebbero influenzare la salute mentale degli adolescenti, durante questo periodo.

2. DaD e DiD, assenza di attività ricreative e ludiche. Quanto incideranno sullo sviluppo psico-emotivo dei ragazzi?

Da marzo 2020, la chiusura delle scuole in risposta alla pandemia di COVID-19 ha fatto sì che oltre il 90% dei bambini e dei ragazzi iscritti a scuola in tutto il mondo dovesse abbandonare i banchi scolastici. Il Governo italiano ha deciso di investire notevoli risorse finanziarie a sostegno dell’apprendimento a distanza per i bambini e i ragazzi.  Anche le scuole hanno fornito un supporto fondamentale durante questo periodo: diverse famiglie hanno ricevuto nuovi dispositivi digitali dalla scuola del proprio figlio. Il passaggio da un’esperienza scolastica regolare e strutturata all’apprendimento a distanza nel contesto domestico porta notevoli cambiamenti e sconvolgimenti nella vita di bambini e ragazzi. Le misure di chiusura, abbinate alle attività di didattica online, hanno fatto sì che i bambini e i ragazzi passassero più tempo di prima a utilizzare le tecnologie digitali. L’aumento del tempo speso dai giovani di fronte agli schermi è da tempo fonte di preoccupazione per genitori ed educatori. Un aumento del tempo trascorso online in generale è strettamente correlato alla mancanza di accesso alle aree esterne, alle strutture sportive e ai luoghi di incontro con gli amici durante il lockdown. Il tempo trascorso online per attività non scolastiche è l’ unica opportunità per i ragazzi per connettersi con gli amici, rilassarsi o anche per fare esercizio fisico. Una riflessione (Unicef, 2021) relativa all’uso delle tecnologie digitali da parte dei bambini e i ragazzi che l’emergenza COVID-19 ha messo in luce è che internet, che prima era un mezzo importante ma facoltativo per l’apprendimento, la socializzazione e le attività di svago, è diventato il modo primario per molti bambini e ragazzi di interagire con la scuola, gli amici, per formarsi e connettersi con i membri della famiglia che vivono fuori casa. Tuttavia, questa condizione di isolamento sociale reale ha determinato una condizione di stress notevolmente diffusa con ripercussioni significative a livello di salute fisica e psichica di genitori e figli. Nei bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni i disturbi più frequenti interessano la “componente somatica”: disturbi d’ansia e somatoformi come la sensazione di mancanza d’aria, disturbi del sonno, come la difficoltà di addormentamento, difficoltà di risveglio per iniziare le lezioni per via telematica a casa).

Mascheroni, G., Saeed, M., Valenza, M., Cino, D., Dreesen, T., Zaffaroni, L. G. e Kardefelt-Winther D. La didattica a distanza durante l’emergenza COVID-19: l’esperienza italiana. Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF, Firenze, 2021

3. In base alla sua esperienza professionale dell’ultimo anno, ci sono dei disturbi del comportamento che si vanno accentuando? Riscontrate particolari disagi?

La rottura della vita normale come conseguenza di lockdown imposti dai governi o l’obbligo di stare a casa ha avuto un impatto significativo sulla salute mentale delle persone.   Gli effetti negativi della quarantena si ripercuotono su diverse persone in cui sono altamente presenti sintomi di depressione, disturbi dell’ansia e dell’umore, dello stress post-traumatico, dei disturbi del sonno, panico, stigmatizzazione, poca autostima, mancanza di autocontrollo. Si assiste ad un aumento e aggravamento di altri disturbi psichiatrici come conseguenza dell’epidemia, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), il disturbo post-traumatico da stress (PTSD) e il disturbo d’ansia generalizzato (GAD).Lo stress dovuto alla pandemia produce paura e preoccupazione per la propria salute e quella dei parenti, cambiamenti nel sonno o nei modelli alimentari, difficoltà di concentrazione, peggioramento dei problemi di salute cronici e aumento dell’uso di alcol, tabacco o altre droghe.

Il distanziamento sociale e l’isolamento hanno prodotto molti esordi di disturbo dell’alimentazione, o hanno causato ricadute in soggetti che erano in remissione anche da molto tempo. Le elevate scorte alimentari presenti in casa durante il confinamento possono essere un fattore scatenante degli episodi di abbuffata, nei pazienti caratterizzati da questa espressione comportamentale del disturbo. Altri problemi sono generati dall’isolamento sociale, che può portare il soggetto a focalizzarsi ancora di più sul peso e sul corpo. Non mancano casi di nuovi pazienti adolescenti che, privati della socialità e della scuola, si sono confinati in casa pensando esclusivamente al cibo e alla forma del corpo.

4. Quanto la permanenza a casa sta incidendo sui rapporti di coppia e/o familiari?

L’emergenza Covid-19 sta ridefinendo regole di comportamento sociale ma anche relazionali, che hanno inevitabili ripercussioni a livello economico, politico, individuale e famigliare. In particolare, le famiglie si sono trovate a sperimentare nuove sfide, dettate dalle nuove modalità di lavoro, dalla riorganizzazione e condivisione più assidua degli spazi abitativi e dalla necessità di rinegoziare i ruoli domestici e di cura, che spesso venivano delegati all’esterno. Tali nuove condizioni di convivenza possono portare al sorgere di conflitti, con importanti conseguenze per la salute psicologica dei soggetti. In una recente ricerca condotta dall’Università di Genova e dall’Università di Foggia (2020) è stato osservato che se prima dell’emergenza molte famiglie, soprattutto quelle a doppia carriera,  acquistavano  sul  mercato  beni  e  servizi  domestici  e/odi  cura  (colf, badanti, babysitter  così  come  servizi  di  lavanderia,  pasti  pronti  ecc.)  come  strategia  per conciliare  il  lavoro  extra-domestico  con  i  compiti  familiari  senza  mettere  troppo  in discussione i ruoli  all’interno  della  coppia, durante  la  quarantena  molte famiglie  non hanno  potuto utilizzare  più  questi  servizi,  ritrovandosi così a  dover svolgere  contemporaneamente  più  compiti  nello  stesso  momento  e  nello  stesso  spazio. Dai   dati   emerge   come all’aumentare  dell’età  dei  figli diminuiscano il  numero  di  ore  dedicate all’attività di cura delle  persone.  Infatti,  chi ha figli nella fascia di età 0-6 e 7-11 ha dichiarato di dedicare in media 4 ore al giorno alla cura delle persone mentre chi ha figli in fascia d’età oltre i 18 soltanto 1 ora al giorno. Ovviamente  la  presenza  di  figli  piccoli  e  non  autonomi  richiede  un  maggior  carico lavorativo,  che  aumenta  con  il  lockdown  perché  le  esigenze  dei  minori  devono  essere gestite  senza  il  supporto  di  persone  esterne  o  dei  servizi  educativi  (nidi  e  scuole dell’infanzia, attività ludico-sportive). Inoltre, bisogna considerare il fatto che i bambini così piccoli difficilmente riescono a stare per lunghi momenti da soli, pertanto i genitori devono  anche  tenere  in  considerazione  il  tempo  per  intrattenere  i  figli  in  assenza  di spazi  e  occasioni  di  socialità  esterna  (in particolare  per  i  figli  unici):giocare  con  loro, organizzare attività ludiche, metterli a letto e così via. Il Centro di Ricerche Educative su Infanzia e Famiglie (CREIF) del Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna (giugno 2020) ha rilevato che nelle famiglie si osservano coesione, disponibilità, pazienza, nostalgia, empatia, gentilezza. Alla richiesta di esprimersi in merito alle difficoltà vissute dal nucleo familiare, i rispondenti hanno indicato che le maggiori difficoltà risiedono nella conciliazione degli impegni professionali con quelli familiari, la gestione degli aspetti emotivi e la gestione della vita scolastica dei figli. Sono vissuti con un minore grado di difficoltà sia gli aspetti organizzativi, sia quelli economici, sia la cura di parenti anziani o malati. È interessante notare come il bisogno più sentito dai genitori è quello di stare all’aria aperta e di fare attività in natura, in secondo luogo frequentare amici e parenti, in terza posizione il bisogno di avere più tempo e spazio per sé stessi.

5. L’isolamento, l’impedimento ad un semplice abbraccio, non rischiano a lungo termine di creare una società d’estranei e diffidenti?

Uno degli effetti più drammatici di questa pandemia è dato dalla grave compromissione delle interazioni e dei legami sociali. Primi studi scientifici americani documentano, infatti, gli effetti del fenomeno Skin Hunger  letteralmente «fame di pelle» in era Covid. La fame di pelle è il nostro bisogno di toccare ed essere toccati dagli altri. Semplici azioni come darsi la mano, baciarsi, abbracciarsi, tenersi per mano o semplicemente toccarsi soddisfano questo bisogno innato di contatto. Già dopo poche settimane senza stringere mani o dare abbracci, il 60% degli intervistati associa alla carenza di contatto fisico affettuoso un aumento dell’ansia e dei disturbi del sonno e dell’umore. Le persone che soffrono di mancanza di tatto possono iniziare a mostrare alcuni sintomi di depressione, sentimenti di disperazione, stress, rabbia e bassa motivazione. La mancanza di contatto fisico potrebbe anche indurre le persone a preoccuparsi eccessivamente del proprio aspetto fisico o a sperimentare il proprio corpo come reale, non presente a se stesso. «Il contatto fisico è rassicurante, perché è la modalità più arcaica per farci sentire al sicuro. Inoltre il senso di sicurezza e di appagamento che provoca, innesca modificazioni neurochimiche positive come l’aumento della produzione di ossitocina, l’ormone dell’attaccamento che ha un effetto “tranquillizzante”», spiegano Massimo di Giannatonio ed Enrico Zanalda, co-presidenti della Società Italiana di Psichiatria (SIP). Per attenuare l’impatto della mancanza di abbracci, sono utili alcune raccomandazioni al fine di stimolare e migliorare capacità sensoriale: cercare opportunità per “connettersi al proprio lato più sensuale” come ad esempio, fare un bagno caldo, che ha un effetto calmante e rassicurante; fare un massaggio ai piedi usando lozioni o oli da massaggio; avvolgersi strettamente in una coperta può anche fornire un po’ di sollievo dalla privazione del tatto. E’ importante cercare di concentrarsi sulla sensazione di essere toccati; abbracciarsi può anche essere un modo divertente per imitare il tocco. Toccare stoffe morbide e confortevoli come la seta; provare ad abbracciare un oggetto comodo come un cuscino o anche un animale di pezza può intensificare la sensazione piacevole. Anche adottare un gatto o un cane è una eccellente alternativa all’interazione umana.

6. Durante il lockdown 2020 si auspicava che dalla pandemia ne saremmo usciti tutti “migliori”. In realtà, l’impressione che se ne ha, è che sia incrementata l’insoddisfazione, la sfiducia, la diffidenza, la rabbia anche verso il prossimo. Cosa fare, quindi?

E’ lecito porsi una domanda di fondo: il dramma del Coronavirus ci renderà migliori? Domanda che ripropone la più classica e ricorrente: la storia è davvero maestra di vita? 

Il distanziamento sociale, l’isolamento domestico e il lavoro a distanza non ci trovano tutti pronti e preparati allo stesso modo e mettono a nudo le nostre vulnerabilità: se da un lato ci costringono a nuove forme di vita, anche poco soddisfacenti, dall’altro lato questa nuova condizione può far emergere una più attenta consapevolezza riguardo ai valori della vita, può motivare l’impegno verso una resilienza trasformativa. Una resilienza, cioè, che si basi sul superamento della tentazione di un ritorno al ‘prima’ e su di una ripartenza basata sulla crescita, sul self-empowerment, sulla mobilitazione e attivazione delle proprie risorse emozionali e cognitive, sul percepirsi padroni della situazione, responsabili delle proprie azioni, capaci di esercitare un controllo e di incidere attivamente su ciò che accade intorno, in modo che ciascuno diventi capace di offrire alla comunità le proprie capacità. In un mondo invaso dall’egoismo, in cui prevalgono competitività e sentimenti negativi, dall’insoddisfazione e sfiducia la solidarietà è un valore fondante della società, attraverso cui siamo in grado di offrire una visione positiva del mondo, perché essere solidali aiuta a far parte di qualcosa, aiuta a non sentirci figli unici, ma ad agire pensando di avere tanti altri fratelli. Non pensare di essere gli unici ad avere un particolare problema o a stare vivendo una determinata situazione -possa essere questa negativa o positiva- aiuta a sentirci meno protagonisti, meno soli, bisognosi di sostegno e volenterosi di darlo a chi come noi sta vivendo lo stesso.

E’ bene ricordare la lezione di Albert Camus: agire per difendere anche gli altri, facendosi “solidaire solitaire”: ossia “solitari e solidali”, perché la solidarietà è l’unica salvezza dell’uomo. Di tutti noi. 

7. Come consiglia d’affrontare l’incertezza e la precarietà, azzarderei quasi esistenziale, del periodo?

Il futuro “sta finendo alla gogna”, come scrive il sociologo e filosofo polacco  Zygmunt Bauman, perché inaffidabile e ingestibile. Nella sua analisi sulla frantumazione delle identità, sull’incertezza esistenziale, sulla precarietà e la solitudine delle nostre vite, Bauman ha messo in circolazione espressioni come “modernità liquida” e “società dell’incertezza”, cioè la consapevolezza che nell’epoca presente tutto è incerto, mutevole e fluido. Tutto ciò produce, come un’onda lunga, un altro dei problemi contemporanei, sia esso collettivo o individuale: la crisi dell’identità. Sullo sfondo di una paura inconfessabile: che futuro ci aspetta? “Oggi – afferma Bauman –  quando vediamo i problemi – ad esempio gli effetti sulla salute provocati dalla pandemia, i costi eccessivi della sanità, l’arrivo a ondata di irrefrenabili di emigranti, il terrorismo e la sua forza nichilista – cerchiamo di attenuarli o di liberarci dai disagi che ci provocano. E’ anche difficile capire quali siano le conseguenze a lungo termine dei problemi: agiamo nel quotidiano piuttosto che con una visione del futuro».

Non si sa dove andare: sembra che abbiamo perso la mappa e che procediamo a caso. Viviamo l’indebolimento delle capacità di “padroneggiare cognitivamente il mondo“, perché è difficile interpretare sintomi e cause e prevedere esiti. Ad alimentare il disagio psicologico, oltre alle ricadute sociali ed economiche, è la condizione di attesa e di sospensione dal normale fluire della nostra vita: siamo in attesa – senza sapere con certezza quando questa finirà – di riprendere le nostre abitudini, i nostri progetti, le nostre routines, la nostra quotidianità; anche il tempo di incubazione ci pone davanti all’attesa della probabile manifestazione dei sintomi. Tutto ciò limita le nostre vite, le nostre possibilità di azione e toglie forza e solidità al nostro senso di stabilità, alimentando possibili timori, paure e ansie.

CONSIGLI PRATICI per gestire lo stress:

  • Condividi le proprie emozioni e preoccupazioni. Parlare con le persone che ti fanno stare bene ti aiuta a calmare la paura.
  • Mantieni una continuità, se possibile e nel rispetto delle regole suggerite, con le tue routine e abitudini. 
  • Investi del tempo su nuovi progetti e attività o riprendi quelle attività per le quali non hai potuto dedicarti prima.
  • Ritaglia un tuo spazio personale, intimo, in cui è possibile pensare, leggere un libro, ascoltare della musica, contattare un amico.
  • Rispetta il più possibile la regolarità del ciclo sonno-veglia.
  • Scegli un’alimentazione sana e dedica del tempo alla cura del tuo corpo, praticando ad esempio attività fisica e esercizi di rilassamento.

Dott.ssa Angela Mastrandrea

Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

Specialista in Neuropsicologia

Ambulatorio di Psicologia clinica, Psicoterapia e Neuropsicologia

Studio Medico Specialistico San Giuseppe Moscati

Via Arenazza, 79/A –  Monopoli (Ba)

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